domenica 20 luglio 2008

Il Bambino Onirico e La Nuova Frontiera

Sempre nel quaderno ott 2006 - nov 2007, a poca distanza dal sogno della Polizia Onirica, ho descritto questo sogno. Me ne ero completamente dimenticata. Meno male che la mente non rinuncia a mandarti messaggi finché non capisci...

Sabato 17 Marzo 2007 - Sto correndo di notte per le strade di un paese che non conosco, in cerca della mia automobile. Con me c'è una mia collega, con la quale ho avuto un rapporto a volte conflittuale, si chiama come me. Girando per le vie arriviamo ad un bar di Latino americani. Salgo le scale e un bambino, dagli occhi profondi come pozze d'acqua, mi accarezza i capelli, mentre tutti gli uomini mi mettono nello zainetto il loro biglietto da visita "amoroso".


Il biglietto da visita di qualcun'altro segnala che una persona sta cercando un contatto con il sognatore, che potrà rivelarsi vantaggioso.

La notte, il paese sconosciuto, cercare qualcosa indicano una ricerca appunto che per il sognatore è completamente misteriosa. Si avverte la pulsione di trovare l'altra parte di se stessi perché ci è oscura e straniera. La collega omonima e spigolosa non è altro che un rafforzativo del messaggio. Devo trovare me stessa anche se scoprirò lati di me che non mi piaceranno. Infatti, anche se è una persona reale, ha il mio stesso nome, quindi nel sogno sono io. Questo lato sconosciuto di me stessa, oscuro, che non accetto volentieri (la collega è dura e aggressiva, o perlomeno io l'ho sempre percepita così, ma è anche impulsiva e "non guarda in faccia a nessuno", caratteristiche che in me tengo molto sotto controllo) si è palesato per aiutarmi nella mia ricerca. Stiamo cercando la mia macchina (che la Polizia Onirica si era incaricata di requisire nell'altro sogno). Per riprendere in mano la mia vita, devo fare affidamento anche su di lei/me.

Il bambino che mi accarezza i capelli non è altro che la me stessa che è già emersa a nuova vita. Egli è, sulle scale dell'evoluzione, più in alto di me e mi comunica un messaggio di speranza e di affetto.

I "Latino Americani" in quanto latini appartengono al passato dimenticato, in quanto americani appartengono al futuro. Essi rappresentano, in quanto uomini, la necessità impellente di passare all'azione. Di usufruire del mio lato maschile per dare una spinta alla evoluzione personale. Sono latini quindi parlano una lingua morta, un linguaggio che per me è incomprensibile ma che mi appartiene. Devo solo sforzarmi di comprenderlo di nuovo.

Loro agiscono, mi mettono direttamente nello zainetto i loro "biglietti da visita amorosi" vogliono che li contatti, perché l'aiuto che mi daranno è per il mio bene.

Sono anche americani, essi rappresentano il Paese della Scoperta. Una nuova landa fisico/mentale di me stessa sulla quale approdare. Le caratteristiche di questo nuova frontiera sono la temerarietà, lo spirito pionieristico, l'intraprendenza e il non esitare per conseguire nuovi obiettivi, materiali e non. Tutte caratteristiche che io ho sempre attribuito anche alla collega omonima.

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