giovedì 18 settembre 2008

Il Trampolino di Lancio

Giovedì 18 Settembre 2008 - Sono in una foresta tropicale. Davanti a me ci sono due strutture, quella a sinistra è fatta in bamboo ed è composta da due pertiche appaiate che sono unite in alto da una piattaforma dalla quale pende una fune sulla destra. Dalla piattaforma parte uno scivolo/trampolino (tipo il trampolino di salto con lo sci) tutto in metallo argenteo. Si sale dalle pertiche a forza di braccia. Sul lato destro invece la struttura è di legno. Gradini che salgono verso una piattaforma con due maniglie che danno nel vuoto. Le strutture sono alte 20/30 metri e si affacciano su un fiume che scorre nero/marrone. Dalla struttura di legno ci si tuffa nell'acqua "a palombaro", dalla struttura di bamboo si scivola e si prende il volo. Io ho paura di usare lo scivolo/trampolino di lancio e opto per il salto nell'acqua, ma non mi va di fare tutti i gradini e quindi salgo dalle pertiche. Prendo la fune e me la avvolgo per 3 giri intorno alla gamba destra, così se mollo la presa rimarrò penzoloni attaccata per la gamba con la corda. In fila davanti a me ci sono delle persone tra cui L. Arrivata alla piattaforma mi ritrovo su quella di legno, mi attacco per le maniglie e mi lascio andare. Non vedo l'immersione e non ne ho coscienza, penso invece che se L. è scesa dallo scivolo allora posso farlo anche io. Salgo per la seconda volta su per le pertiche. Non c'è più nessuno ora. Mi lancio giù per lo scivolo. Neanche questa volta ho cognizione della fine del salto. So solo che ero un po' scomposta ma che mi è piaciuto tanto. Risalgo per la terza volta su per le pertiche. Sono sulla piattaforma. Mi metto in assetto e vado. Questa volta sono cosciente per tutta la durata della discesa. Al momento dello stacco allungo le braccia e volo ad angelo. Atterro dall'altra parte del fiume su un pontile/pedana di legno, con il piede sinistro. Ho alzato solo qualche goccia d'acqua e una piccola onda mi lambisce il piede, ma sono sull'altra riva. Mi guardo indietro e lo scivolo è a sinistra, anche guardandolo da questo lato.

Il Bosco, la Foresta compare in sogno quando si è perso l'orientamento e non si percepisce più cosa è fondamentale nella propria vita. Una radura nel bosco simboleggia una migliore comprensione di se stessi. Uscirne indica la fine di un periodo difficile. La Foresta è simbolo dell'inconscio, raffigura l'oscurità, il groviglio profondo che si annida in ogni essere che desidera, pur temendole, le rivelazioni. La radura soleggiata annuncia l'elaborazione di un nuovo progetto, di un diverso stato d'animo.

In Giappone la pittura del Bamboo è collegata alla calligrafia, per accedervi si utilizza la percezione intuitiva.

La Corda implica una salita verso l'alto ed è connessa a un valore magico collegato a virtù personali da cui scaturisce il supporto.

Attraversare un Fiume sollecita a fare dei cambiamenti nella vita ed allargare i propri orizzonti. Vedere il fiume indica un cambiamento in atto, attraversarlo è un passaggio purificatore verso altre direzioni.

Per tutto il giorno ho pensato a cosa volesse dire questo sogno. Le definizioni date dai libri non mi avevano soddisfatto. Sentivo che mancava la visione d'insieme. E allo stesso tempo sentivo che questo sogno era particolarmente significativo. In settimana è difficile che ricordi i sogni. Poi, leggendo un libro ho avuto una illuminazione. E la certezza che avevo azzeccato la chiave di lettura: le due strutture rappresentano i due emisferi del cervello. Quando li guardo da qualsiasi direzione, quello a scivolo è sempre sulla sinistra (quindi rappresenta l'emisfero destro). E' di bamboo, un materiale resistente ma flessibile. La corda di sicurezza assomiglia a quelle delle acrobate del circo che volteggiano reggendosi ad una fune o ad un nastro di stoffa. Si sale a forza di braccia, come dire si va "a braccio". Il Trampolino permette di volare e oltrepassare l'ostacolo.

L'altra struttura è l'emisfero sinistro. E' di legno, rigido, ha i gradini (si sale per gradi, in maniera sequenziale) e poi ci si butta nel fiume dell'inconscio, quell'acqua nella quale mi trovo da tempo e dalla quale il Maestro vuole che io esca. Da questa struttura posso solo affondare nell'acqua ma non riesco ad approdare sull'altra riva del fiume.

Atterro, volando dal trampolino, con il piede sinistro, governato dall'emisfero destro. Come dire che l'unico modo per oltrepassare il fiume, per mettere il piede nella terra del cambiamento è possibile utilizzando il mio emisfero destro.

Il mio inconscio mi sprona ad essere più flessibile, come una canna al vento, ad andare a braccio, improvvisare seguendo il momento, a vincere la paura di provare emozioni forti, mi sprona a volare in alto per atterrare con piede sicuro dall'altra parte.

P.S. Finalmente sono riuscita ad arrivare di là dopo aver provato con conseguenze disastrose(Il ponte ad angolo)

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