martedì 23 settembre 2008

La Nave, il Mare

Martedì 23 Settembre 2008 - Ho sognato di essere su una nave. Il mare intorno a me è tranquillo, una leggera brezza mi accarezza i capelli. Sulla nave con me c'è solo Carlo. Svegliata.

Il Mare è l'inconscio che diventa conscio. Il Mare fa chiarezza, informa, indica uno stato di transizione tra confusione e certezza, tra passività e assertività.

La Nave rappresenta il supporto della ragione d'essere. Ci rende stabili nei nostri progetti e nei sentimenti. Simboleggia il nostro Io, le sue aspirazioni interiori. La sua comparsa in sogno è portatrice di un grande mutamento nella persona del sognatore.

Essere su una nave con un'altra persona presagisce la riuscita per mezzo o con la persona in questione, per il motivo che essa raffigura il sognatore stesso.

Navigare equivale a salpare verso un mondo differente, uscire da un'era di passività e decidere di vivere tenendo conto tranquillamente delle proprie aspirazioni.

Sono in mezzo al mare. Viaggio su una grossa nave su una distesa d'acqua non più chiusa tra quattro pareti. La nave mi da stabilità sulla massa di emozioni, sentimenti, paure che scaturiscono dall'inconscio. Finalmente a raffigurare la parte maschile di me, un uomo della mia età. L'ho già sognato (L'impiegata Notarile e Fahrenheit), anche recentemente, in questo sogno non capivo cosa voleva dirmi (Una Telefonata dal Passato) forse voleva solo avvertirmi che sarebbe arrivato ad occuparsi di me, nei sogni spesso le situazioni sono ribaltate, chi era veramente ad essere bisognoso di aiuto?
E' il mio Osservatore Esterno (L'Osservatore Esterno) (Experiments).

Carlo è un ingegnere specializzato negli studi di stabilità delle dighe e delle gallerie.
La Diga Onirica rappresenta gli ostacoli e le resistenze interiori, che bloccano i sentimenti e i ricordi facendoli ristagnare. E' probabile che prima o poi non si riesca più a tenerli sotto controllo e spezzino la diga. Forse il Mare sul quale navigavo era l'acqua contenuta in una diga? Contenente e contenuta. Questa sono io.
Le dighe non sono altro che pareti che contengono acqua. Un acqua non più statica come quella della piscina ma in continuo movimento che rischia in ogni momento di erompere. Chi meglio di lui può aiutarmi a far fluire tutta questa energia psichica inconscia? Ho richiamato dal passato un amico e ne ho fatto un archetipo che darà stabilità alla mia diga, per riuscire a contenere ma anche per far fluire all'esterno, in maniera non devastante, quello che c'è dentro di me.

Egli si occupa anche dello studio del materiale migliore per costruire gallerie. La galleria è un passaggio da un paesaggio ad un'altro. Invece di scalare una montagna ci si passa attraverso. Ma bisogna assicurarsi che la galleria non possa crollare. Per poter arrivare al di là, per vedere di nuovo la luce. Per rinascere a nuova vita.

Con ingegno.

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