domenica 14 settembre 2008

Una Telefonata dal Passato

Domenica 14 Settembre 2008 - Sono a casa mia, ma è dei miei e sono una ragazza. Ricevo la telefonata della sorella di Carlo, mi racconta le sue vicissitudini senza interruzioni. Io sono a letto, di là stanno preparando la cena, c'è confusione. Inizio a parlare io. Dopo un bel po' mi accorgo che la cornetta del telefono era sotto il cuscino, la riprendo e non c'è più lei ma Carlo che aspettava che io me ne accorgessi. All'inizio non riesco a riconoscerne la voce, poi un tuffo al cuore, è la sua. Mi dice cose che non capisco. Sono distratta dai rumori di là. Mio fratello ancora bambino entra nella stanza, gli faccio segno di chiudere la porta perché non sento. Chiude. In quel momento Carlo sta parlando di un orto. Faccio una battuta sul fatto che non me lo vedo a coltivare i campi, non ride. Forse la battuta non era in argomento e forse ha capito che non lo stavo seguendo. Sono alla fermata dell'autobus su un tornante di una strada costiera. C'è la nonna, mamma di mio papà. Arriva l'autobus tutti salgono e mi lasciano lì con le borse della spesa. Le trascino strisciandole per terra e salgo. Guardo nelle borse, dentro ci sono bottiglie di vino bianco e rosè, erbe aromatiche (salvia e quadrifoglio), sedano. Spezzo il sedano a metà per riuscire a cacciare tutto in una borsa. Poi però penso che quella è la borsa della spesa della nonna, invece il sedano e le erbe erano in quelle di L. La nonna prende qualche foglia di salvia e me le da per metterle nelle borse di L. Io penso che sul balcone la salvia c'è e invece aveva comprato il sedano perché le serviva. Intero e non rotto. Comunque la nonna il sedano non me lo da. La nonna scende. Con in mano la salvia, che ogni tanto annuso, mi sposto davanti. Ora non è più un autobus, ma una metropolitana del futuro, i vagoni sono tutti affiancati e aperti davanti, c'è un mega schermo che proietta la TV o un film. Mentre cammino per sedermi davanti L. mi chiede se quando entreremo nella stanza di Carlo deve rimanere o uscire. Scopro così che Carlo è in ospedale, qui, e al telefono non me l'aveva detto. O forse io non ho capito. Le rispondo che visto che non lo conosce, deve uscire. Dentro di me apprezzo la delicatezza. I miei due fratelli bambini mi canzonano dicendo che dobbiamo ricordare di quando abbiamo fatto l'amore e io gli rispondo che non è successo. Mi siedo davanti, ci sono due sedie libere di pelle/velluto rosse. Un signore corpulento e rubizzo, vestito con un cappotto marrone e sciarpa rossa, è seduto in seconda fila ma tiene la gamba sinistra tesa tra le due sedie. Io non voglio pesare sui sedili e continuo ad aggiustarmi. Improvvisamente scocciato se ne va nella carrozza adiacente. Prima si siede dal lato più lontano, poi si alza e cambia posto sedendosi vicino alla nostra carrozza. Sto entrando nella stanza di Carlo. E' immersa nella penombra. Indosso un golfino di lana bianco e una camicia da notte, come se fossi io la malata. Carlo è nel letto, inizia a parlarmi, non capisco quello che dice, perchè la voce è bassa e io non sento, avvicino il mio orecchio alle sue labbra, riesco a sentire il calore del suo respiro, delle sue parole, ma è come se parlasse una lingua a me sconosciuta. Mi sveglio.

La Salvia, lo dice il nome, è sinonimo di salvezza.
Il Sedano di eterna giovinezza. Ma io so che il sedano è anche la verdura che tutti gli uomini dovrebbero mangiare per garantirsi prestanza fisica e sessuale.
Il Vino rappresenta la gioia di vivere e più nel profondo la spiritualità.
Le borse sono un peso che mi sto trascinando dietro, contengono cose che non mi appartengono, ma che appartengono a due donne della mia famiglia. Le due generazioni prima di me. Il sedano appartiene alla donna che ha una vita sessuale soddisfacente, infatti lo vuole intero e non rotto. La salvia mi viene data dalla più vecchia per darla alla media. Ma io so che la media non ne ha bisogno, perchè c'è l'ha sul balcone. "Se nell'orto della donna, prospera la salvia, la donna è padrona" (In effetti la frase vera recita "Perchè dovrebbe morire un'uomo se ha la salvia che cresce in giardino?" ma il fatto che io me la ricordassi così ha il suo significato).
Carlo parla di un'orto. L'orto o il giardino sono il luogo dove risiedono le nostre qualità interiori. Dove ci si rifugia per rigenerarsi. (Ho già sognato un giardino e un giardiniere nel sogno Un pigro pomeriggio in campagna).

La Metropolitana rappresenta l'influenza esercitata dall'inconscio sulla direzione fondamentale della propria vita. E' il simbolo della ricerca interiore e indica una angoscia profonda che va analizzata. Quello che si vede in metropolitana indica l'oggetto della sofferenza.

Per il momento non voglio analizzare chi o cosa rappresenta il signore con la gamba tesa. So soltanto che lo vivo come un ostacolo. Uno sgambetto. A causa sua sono in una posizione scomoda. Non riesco a sedermi. Forse allora non è così negativo come pensavo. O forse è solo un simbolo sessuale.

L'Ospedale indica il desiderio che altri combattano al nostro posto perchè si sente di aver dato fondo a tutte le risorse. Infatti sono vestita da malata.

Forse, visto lo sciopero del Maestro, il mio Osservatore Esterno è venuto in mio aiuto. Ma io non riesco a capire cio che dice. O non lo voglio sentire.

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