mercoledì 25 febbraio 2009

La Caviglia e la Libertà

A due anni di distanza, sempre intorno al mio compleanno, mi sono distorta di nuovo la caviglia.
Le caviglie per la precisione, tutte e due. Scendendo le scale hanno letteralmente ceduto, e quella che l'altra volta mi aveva bloccato per 3 settimane ha avuto ovviamente la peggio.
A due anni di distanza, dopo una presa di coscienza e un enorme cambiamento nel primo anno, mi sono riseduta, e il secondo anno stava passando sciabordando.
Ecco allora il secondo avvertimento.

La caviglia è la libertà. La caviglia è la femminilità. La caviglia è il vedere oltre. La caviglia è andare con passo sicuro.

Tutte cose su cui ho riflettuto ma delle quali non ho fatto niente.

E così il mio corpo mi ha ricordato, molto efficacemente, cosa vuol dire essere schiavi, stare con la catena alla caviglia. Veramente. E mi ha dato un'altra possibilità.

Cosa ho intenzione di fare? Come sfrutterò questa seconda chance?

lunedì 23 febbraio 2009

La Finta Addormentata



Proprio l'altra sera parlavo di emisfero destro ed emisfero sinistro e della mia teoria sul cannoncino e il bignè.

Domenica 22 Febbraio 2009 - Sono in piscina. Ci sono due vasche gemelle, in quella di sinistra stanno due bambine identiche vestite con costumi svolazzanti hanno la faccia dipinta con vernice d'oro, i capelli biondi raccolti in morbidi boccoli. Mangiano pasticcini prendendoli da un vassoio al bordo della vasca. L'istruttrice le sgrida e loro tra gridolini e risa continuano a provare la loro danza. Nella vasca di destra c'è un corso di nuoto. E' il compleanno di una ragazza bionda. Ha il viso incantevole ma è molto grassa. Beve champagne direttamente dalla bottiglia e ride sguaiata. Gli altri ballano, mangiano pasticcini e pizzette da bordo vasca e brindano con in mano calici di vino. La loro istruttrice pensa che è impossibile contenerli e quindi si unisce alla festa. Io vado a sdraiarmi su un lettino e mi addormento. Sento arrivare il Maestro, riconosco il suo passo, i rumori che fa spostando gli attrezzi. Si avvicina a me e io fingo di continuare a dormire, il braccio mollemente abbandonato sopra la testa e oltre il bordo del lettino. Il Maestro si è fermato proprio dietro di me, prende il mio braccio tra le mani e lo muove, fa girare la mano studiandone l'articolazione, cerca di svegliarmi toccandomi leggermente la spalla ma io fingo ancora di dormire. Allora afferra il mio braccio e lo strattona, un colpo secco. Il dolore mi toglie dal mio stato di finta addormentata. Il Maestro si sta dirigendo verso la vasca di destra, fa uscire tutti quanti interrompendo le gozzoviglie. Deve iniziare la lezione. Sono in acqua ora, mi arriva alle ginocchia e non riesco a saltare. Con gli occhi fissi sul Maestro per non perdermi l'esercizio, mi sposto verso l'acqua più alta. Mi sveglio.

I miei due emisferi cerebrali si sono dati alla pazza gioia, disubbidiscono e festeggiano sguaiatamente. Di nuovo è arrivato il Maestro Onirico ha rimettermi in riga. Lui si occupa della vasca destra, dell'emisfero destro, perché è quello preposto al corpo ed essendo un Maestro di ginnastica guarda il corpo. L'istruttrice delle due bambine dalla faccia dipinta riesce a malapena a farsi ubbidire. L'istruttrice sono io. E anche le due bambine con il volto coperto sono sempre io. Ho dei problemi a darmi delle regole e a seguirle. Ho dei problemi a rivelare me stessa. Indosso una maschera.
Io sono anche l'istruttrice del corso di nuoto che si tiene nella vasca/emisfero destro. Una istruttrice che non riuscendo a tenere a bada gli allievi, si aggrega al festino. Anche la ragazza grassa dal viso incantevole sono sempre io. Invece di nuotare, di imparare a nuotare, mangio.
Perché succede tutto questo? Perché sto dormendo. E quando avrei la possibilità di agire, preferisco far finta di dormire.
Ci vuole il Maestro Onirico per riportarmi dentro nell'acqua e per scuotermi. I suoi modi sono prima dolci e poi sbrigativi, ha capito che non deve lasciarmi adagiare. Devo rientrare nell'acqua, è un passo indietro rispetto a qualche sogno fa. E in più l
'acqua mi arriva alle ginocchia, indica che non sono più nello stato emozionale, ho perso lo slancio, la motivazione. Devo tenere gli occhi sul maestro, eseguire l'esercizio e ricominciare tutto da capo, immersa nell'acqua.
Devo ricominciare dall'emisfero destro.

mercoledì 18 febbraio 2009

Mini e Max

Mercoledì 18 Febbraio 2009 - Sono nella camera dei miei genitori, nella casa dove abitavo quando ero piccola. Sdraiata nel lettone, con me c'è un uomo che mi vuole violentare, si chiama Mini. Mi circuisce e corteggia e poi mi stupra. Mi parla del suo amico Max che arriverà dopo a fare la stessa cosa. Piango. Mini non mi piace, ma conosco Max ed è bello e ben fornito (a differenza di Mini) penso che se per avere Max devo passare da Mini forse vale la pena, ma che comunque resta uno stupro. Continuando a piangere mi sveglio.

Mini Mas è il nome di un fitoterapico per la pressione alta. Forse è il caso di farmela controllare e di cominciare a riprenderlo. L'altra volta aveva funzionato e la pressione era tornata normale.

Del resto del sogno, per ora, non voglio parlarne.

giovedì 12 febbraio 2009

La Testata di Dexter

Mercoledì 11 Febbraio 2009 - Ho un bambino nel sogno. Ha capelli neri riccioluti e enormi occhi verde azzurri. Mi chiede perché abbiamo fatto i regali solo a S. e io gli rispondo che quando è il compleanno di qualcuno i regali li riceve solo quella persona perché si festeggia il giorno in cui è nata, perché si è grati della sua esistenza. Mentre spiego queste cose, S. si intromette con commenti sgradevoli e spoetizzanti, allora lo porto in bagno e gli ricordo dell'accordo che abbiamo fatto, secondo il quale qualsiasi disaccordo non deve essere esplicitato davanti al bambino. Lui continua con lo stesso atteggiamento distruttivo, allora lo prendo per il collo e lo sollevo lungo la parete del bagno, sotto la doccia aperta. Poi lo rimetto giù e, con l'indice e il medio della mia mano, girata verso i miei occhi, gli dico "questi sono gli occhi del serpente, memorizzali bene, perché quando li vedi devi avere paura" poi abbasso le dita e gli dò una testata che lo scaraventa a terra, dove batte ulteriormente la testa sullo spigolo di un armadio. Nel sogno penso che non mi sono fatta poi così male, pensavo peggio. Mi sveglio.

Sto cercando di educare il mio bambino onirico. Non sopporto intrusioni e sono disposta a difendere la sua purezza anche attingendo al serpente che è dentro di me.

Colpisco con una testata chi mi ostacola e vuole distruggere il mio lavoro, e scopro che ferire non mi fa stare così male come temevo. Basta incutere il giusto timore e... usare la testa.

Con un colpo secco.

martedì 10 febbraio 2009

Stivali

Domenica 8 Febbraio 2008 - Porto stivali da Ussaro lunghi fino a metà coscia per andare a cena a Rapallo. Indosso un miniabito che sarebbe provvisto di calze dense ma io invece lo porto senza calze e senza cappotto. Sento la disapprovazione degli altri ma c'è un uomo importante con il cappotto che invece si interessa a me. Se a Milano non porto cappotto perchè lo dovrei portare qui che fa più caldo? In un negozio acquisto magliette con disegnati sopra dei teschi.
Al lavoro ho la scrivania affiancata a quella di Elisa, beve l'acqua dal mio stesso bicchiere, non so come comportarmi, ma non mi da fastidio. Mi sveglio.

lunedì 9 febbraio 2009

I Due Costumi

Martedì 3 Febbraio 2009 - La piscina è nel porticciolo della frazione di Riva sul Lago di Garda. Io di solito arrivo prima perché prendo l'autobus e gli orari sono quelli. Oggi sono in ritardo però. Ho la lezione di acquagym con il Maestro. E' una lezione solo per me, personale. Sono disorganizzata, devo portare in acqua un mucchietto di riso (crudo) e non so come fare, dove contenerlo. Lo avvolgo in un costume da uomo a pantaloncino, è bianco con un disegno di fiori tropicali bianchi bordati di rosso, ma il riso esce dai buchi delle gambe e dall'apertura davanti. Il Maestro mi fa fretta, anche se sta ridendo, mi chiede cos'è quel costume, a cosa mi serve visto che ne ho già uno indosso, io rispondo che è il secondo costume, quello che indosso sempre sopra il mio. Lui mi dice "non ne hai bisogno". Allora trovo una cuffia nella borsa della piscina e ci metto dentro il riso chiudendola con un nodo. Consegno l'involto a Lucia che è in acqua, sono entrata anche io nel frattempo, poi lo riprendo da lei e ci faccio un secondo nodo.

Improvvisamente sono tornata indietro nel tempo, aspetto l'orario di inizio della lezione, temporeggiando in un negozio che prima era una cartoleria libreria e ora è diventato un caffè. Cerco il bagno, anche se ci sono già stata qui, non trovo la porta. Poi la trovo ma è chiusa a chiave. La commessa mi apre il bagno anche se, dice, non potrei usarlo perché è solo per il personale addetto. Mi chiedo come può esserci un caffè che non ha il bagno per i clienti. Entro nel bagno ed è la stanza da letto dei miei genitori nella casa di quando ero piccola. Apro l'armadio, appesi agli ometti ci sono i miei costumi da bagno. Decido di indossarne subito due, così non farò aspettare il Maestro per cambiarmi. Come al solito ne indosso uno sopra l'altro. Mi guardo allo specchio e mi rendo conto che è strano ed inutile. Ne tolgo uno. Sono pronta. Invece di andare in autobus ho deciso di guidare la mia macchina, così non arriverò mai più in ritardo. Mi sveglio.
Il costume è quello che facciamo vedere agli altri, come ci comportiamo visti da fuori, i miei "costumi" sono doppi. Ne indosso sempre uno sopra l'altro. Il Maestro mi dice perché lo fai? "Non ne hai bisogno".


Non ho bisogno di nascondere il mio vero io. Sotto un costume da uomo, a pantaloncino.


I chicchi di riso rappresentano le esperienze fatte e la maturazione della personalità come compenso per le delusioni e le sofferenze subite.


Io porto i miei chicchi di riso in un contenitore inadatto, i pantaloncini da uomo, che rischiano di far cadere e perdere i chicchi dai buchi. Ancora una volta il Maestro mi prende in giro, evidenzia l'inefficacia di quel contenitore. Me ne devo liberare, non devo portarlo addosso e neanche contenerci la mia esperienza che va persa.

La cuffia simboleggia quello che avviene nella mente, che comportamento ci indicano i nostri pensieri. Indica anche il nostro adattamento sociale. Sembrerebbe un contenitore più adatto, io lo chiudo con ben due nodi.

Il nodo onirico evidenzia una situazione intricata e confusa che va chiarita.
E' anche simbolo di un legame, di una forza, una energia collegata ad un'altra energia. Con il nodo si può aprire o chiudere un passaggio, esso quindi è anche un limite oltre il quale non si può o non si vuole andare.


Tutta la maturazione, l'esperienza, le riflessioni vengono tenute chiuse dentro con un doppio nodo nella mia mente. Mi autolimito.


Il consiglio su come agire arriva alla fine del sogno:

con la libreria che è diventata un caffè. Un luogo contenitore di grande profondità ma anche di solitudine (si legge da soli) è diventato un luogo di incontro e socializzazione.

con il bagno per i soli addetti ai lavori (comparso anche nel sogno de Gli Uccelli, I Cani...) nel quale la commessa mi fa entrare comunque. Contravvenire alle regole assurde (un caffè senza bagno per i clienti è assurdo), osare di più, entrare.

con lo specchio della camera dei miei genitori, le due persone che mi hanno messo al mondo e che mi amano incondizionatamente. Guardandomi allo specchio capisco quanto è strano indossare un costume sopra l'altro. Quanto è inutile nascondere la propria vera personalità. Posticipando di vivere come vorremmo, coerenti e leali verso la nostra vera natura, e finendo per vivere una vita che non ci appartiene. Dipendendo dall'autobus, adeguandomi ad orari che mi costringono a "temporeggiare" o che mi fanno arrivare in ritardo, sulle cose della vita.


con la decisione infine di guidare la mia macchina (la mia vita) per non arrivare mai più in ritardo.

Perché ho perso fin troppo tempo.

lunedì 2 febbraio 2009

La Voce dei Sassi

Lunedì 2 Febbraio 2009 - Cammino per le strade di un paesino di mare, tipo isola greca, mi accodo ad una marcia, è una strada che mi rendo conto ho già fatto prima arrivando sempre fino ad un certo punto e non oltre. Voglio superare la gente in marcia, mi danno fastidio le loro voci anche se devo rendere atto, parlano sommessamente. Ma io voglio il silenzio. La strada è quella dei sassi, una striscia di sabbia in mezzo al mare. Mi porto a capo della coda ma c'è un uomo che non vuole che io stia davanti, non vuole lasciarmi passare. Gli dico che voglio stare da sola per poter sentire la voce dei sassi e allora mi lascia andare. Cammino veloce e incontro personaggi raccoglitori di sassi che ho già incontrato prima. Procedo oltre fino a dove quasi nessuno è arrivato. L'acqua si è alzata ma riesco ancora a camminare, sento sassi, coralli, conchiglie e sabbia sotto i miei piedi, proseguo. Appoggiandomi all'ultimo pilone mi assicuro lo zainetto sulle spalle, per non perderlo, fino ad ora mi ha seguito autonomamente. Sono quasi in mare aperto, ed ecco che cominciano ad arrivare imbarcazioni di legno, è un punto di transito, creano grosse onde, faccio fatica a rimanere sulla striscia di terra sott'acqua, la vedo e vedo i miei piedi che ci camminano sopra. L'acqua mi arriva al petto, le barche mi passano vicino, decido di togliermi dalla traiettoria nuotando per raggiungere un canotto con sopra mia zia Rosanna. Ci salgo, intenzionata a chiedere un passaggio fino a riva. Improvvisamente è diventato un veliero di legno, a bordo c'è unicamente una coppia che io so va al largo per provare scene d'amore tratte dai libri. Oggi sono indecisi tra Robin Hood e Lady Marian e Francesca da Rimini. Chiedo se possono accompagnarmi che poi li lascio soli. Sono seduta sul letto di legno, lenzuola candide e fresche, la brezza del mare che entra dalla porta che incornicia in un alone luminoso il ragazzo a torso nudo, la ragazza si avvicina e si mette sul letto, mi racconta le storie dei due libri chiedendomi consiglio, io le faccio un'analisi comparativa spiegandole i due diversi concetti di amore espressi dai racconti, intanto controllo che ci siano tutti i documenti per vidimare i libri. La ragazza ha i capelli lunghi e rossi, mi bacia sulla bocca e sulle mani, fa un cenno di intesa al ragazzo. Lui è asiatico, forse giapponese, ha i capelli neri tagliati scalati che arrivano alle spalle e un pizzetto tipo d'Artagnan, occhi seri e dolci, il torace glabro nervosamente muscoloso. E' minuto e gentile. Percepisco che vogliono provare qualcosa di nuovo, sento che lasceranno a me la decisione, se farlo solo con lei e lui stare a guardare o, se lo vorrò, far entrare anche lui. A loro andrà bene come deciderò io. Mi sveglio.

Il Sasso è ciò che non ha ancora assunto una forma in amore.
La Sabbia è amore, ci si distende per riscaldarsi, si modella in base alla forma del nostro corpo.
Il Corallo congiunge i tre regni, animale, minerale e vegetale e rappresenta l'amore
passionale.
La
Conchiglia incarna una personalità emotiva, facilmente vulnerabile e ipersensibile che si nasconde dietro una dura scorza esteriore. E' simbolo di un segreto da custodire. Rappresenta la femminilità, l'inconscio e l'immaginazione del sognatore.
Sentire una Voce in sogno indica un avvertimento. Le voci vengono udite per una reale necessità in un periodo di transizione nella propria esistenza.
Il Canotto compare in sogno per parlare di un aiuto necessario che giunge nel momento più opportuno. Indica un momento di transizione tra due fasi stabili della vita.

Il Veliero rappresenta la donna intelligente e intuitiva

Il
Letto simboleggia il centro della vita. E' simbolo di unione tra corpo e anima del sognatore. Un Letto in disordine designa una insoddisfazione sessuale. Una persona di sesso opposto nel proprio letto indica desideri sessuali incompresi e inappagati, vedersi nel letto o vedere una persona del proprio sesso nel letto è indizio di un malessere psichico, c'è qualcosa a cui non riusciamo ad adattarci. Quello che si trova nel letto annuncia qualcosa che non può più continuare nel contesto della vita attuale. L'oggetto rappresenta l'elemento nascosto della vostra esistenza.

Vedersi fare l'amore in sogno con una persona dello stesso sesso indica il superamento di una dualità interiore. La comparsa della forza che permette di accettare l'inaccettabile, il ritrovamento di un'armonia attraverso l'unione degli opposti.
Con il sesso opposto, desiderio di unione.


Il Libro concerne la vita del sognatore poiché lo informa e influenza il suo destino. E' una nuova forma di conoscenza, un nuovo orientamento del pensiero, una riconsiderazione dell'organizzazione della vita. Spesso fornisce una risposta a una domanda che il sognatore si pone nella vita da sveglio.


Finalmente sono riuscita ad andare A CAPO della CODA. Sono pronta ad andare oltre nel cammino introspettivo (Il Mare è l'Inconscio, la Strada è la Vita).
Finalmente ho una borsa/zaino che si muove da sola, e che devo portare addosso solo quando c'è ne bisogno. (Non intendo portare responsabilità sempre sulle mie spalle, solo quando è
necessario).
Nel tumulto delle navi troppo grosse che mi soverchiano (come le voci delle persone della marcia) trovo l'aiuto di cui ho bisogno (il canotto).

Il Veliero sono io, dentro di me la mia parte femminile e la mia parte maschile sono pronte ad iniziare una Nuova Cosa.

Questa Nuova Cosa non è la copia di una storia scritta da altri, ho tutti i documenti in regola per vidimare/certificare i libri ma non ne ho bisogno. Essi sono solo uno spunto. La vera storia, come andrà, la deciderò solo io.


La ragazza con i capelli rossi indica una natura sensuale e passionale. Mi bacia. Con lei ho già confidenza. E' l'Esotica Sconosciuta. La ragazza sono io.

Dopo il neonato, il bambino, il ragazzo handicappato, il ragazzo suicida, finalmente un ragazzo sviluppato (ha la barba) anche se ancora giovane (ha il petto non villoso, è minuto).

Questo ragazzo sono io. La mia parte maschile, attiva, tutta nuova e pronta. E' Asiatico quindi votato e abituato alla Spiritualità ed è Giapponese quindi anche pragmatico e volitivo.
Egli è un Osservatore Esterno ma è anche pronto a penetrare in me.
Tutti e due sono desiderosi di unirsi a me, ma aspettano che sia io a decidere come e quando.

Devo solo ricordare cosa stava dicendo la Voce dei Sassi.