lunedì 7 settembre 2009

Sul Pianeta di Ghiaccio

Lunedì 31 Agosto 2009 - Sono naufragata su un Pianeta di Ghiaccio. Ci sono arrivata in barca, non ricordo, con altre persone: donne, uomini, bambini. All'inizio cerchiamo di sopravvivere li dove siamo atterrati, una distesa biancazzurra battuta da un vento incessante. Fa molto freddo. Il rumore dei frammenti di ghiaccio che rotolano spigolosi è simile a quello di un campanellino continuo. Ben presto la situazione degenera, tra gli uomini ci sono sempre litigi e combattimenti per il poco cibo rimasto e per il comando. Le donne hanno la peggio e in più vengono sfruttate per fare i lavori più duri. Decido di andarmene. Le donne del gruppo mi seguono, con i bambini a carico. Ho individuato una grotta ghiacciata ad un giorno di cammino. Partiamo di notte ma sul Pianeta di Ghiaccio non è mai buio, il ghiaccio infatti durante la notte emana esso stesso una luce azzurrina. Arrivate alla grotta incomincio subito a renderla più accogliente. Dentro la grotta è liscia e circolare come un igloo molto grande, al centro c'è uno spazio vuoto circondato da divani di ghiaccio ricoperti con pelli. Dietro il divano, salendo due gradini, si accede all'anello superiore. Tutto intorno al camminamento, nelle pareti, sono ricavate tante nicchie grandi come stanze, ogni donna ne prende una e la arreda come vuole. Le donne con i bambini maschi sanno che li potranno tenere con loro fino al compimento degli otto anni, poi devono lasciarli andare tra gli uomini. Di fronte all'ingresso, sulla parete opposta, c'è la stanza del tabernacolo. Li decido di custodire i nostri tesori, li ho trovati cercando tra le macerie del naufragio. Essi sono una pentola a pressione, un paio di calzini antiscivolo e un punteruolo da ghiaccio. Non so ancora come potrò utilizzarli, ma so che presto mi saranno molto utili. Ho paura che gli uomini possano venire a rubarceli e quindi decido, sempre con il consenso delle altre, di istituire dei turni di guardia. Due di noi, a turno, staranno sveglie davanti all'entrata della grotta, controllando che l'altra non si addormenti e pronte ad avvisare al minimo segno di attacco. Poi penso che è inutile che stiano fuori al freddo, freddo che entra anche nella grotta. Allora stacco dalla parete esterna della grotta un grosso blocco di ghiaccio e lo faccio rotolare fino all'entrata, è della misura perfetta. Così staremo tutte dentro, anche le due di guardia potranno mettersi sul divano nell'atrio, così saranno all'interno, al caldo e comode. Tanto il mondo fuori e solo ghiaccio e vento incessante. Mi sto svegliando, guardo il blocco di ghiaccio che ho messo a chiudere l'ingresso: è quasi trasparente, enorme e spesso più di un metro, quando gli uomini arriveranno, per spostarlo o scalfirlo faranno fatica e rumore, e noi saremo pronte. Apro gli occhi, e un senso di solitudine mi pervade.Se l'Acqua rappresenta il regno delle emozioni e dei sentimenti, io sono naufragata e devo sopravvivere in un luogo dove le emozioni e i sentimenti sono congelati.
Entrare nella Grotta Onirica significa voler analizzare nuovamente un avvenimento del passato al fine di risolvere un problema attuale. Quello che c'è nella Grotta ci da le indicazioni su come superare il blocco della situazione attuale o il trauma che ci ossessiona. Uscire dalla Grotta indica l'aver compreso come uscire dall'angoscia che ci attanaglia nella vita da svegli.
La Pentola è un simbolo femminile, crogiolo da cui ha origine la vita. Raffigura la conoscenza. La mia pentola è a pressione. Proprio come mi sento, compressa.
Le Calze indicano un bisogno di essere amati. Le mie sono antiscivolo, per associazione libera penso che voglio entrare nel mondo dell'amore con passo sicuro, senza pericolo di cadere.
Il Punteruolo o lo Scalpello servono per rompere il ghiaccio, incidere e scalfire. Potrebbero servire anche per incidere un disegno o un simbolo nella materia. Al momento non so cosa farne.
L'Igloo indica che sotto una apparenza fredda o indifferente c'è un ribollire d'amore e passione.
Io mi sono chiusa dentro, e non voglio che il blocco di ghiaccio venga scalfito, ho messo anche le guardie. Da cosa devo difendermi?
Da quegli uomini egoisti e sfruttatori che possono entrare e rubarmi una femminilità e una conoscenza tenute sotto pressione, che rischiano di esplodere, una cautela nel fare il passo e nel mostrarsi a piedi nudi, la paura di rivelare l'anima, e lo strumento che mi permetterebbe di rompere io stessa il ghiaccio e di incidere nella mia vita.
Così preferisco stare dentro. Ma è vita questa?

3 commenti:

giardigno65 ha detto...

noooooooooo

Spera in un meteorite !

mk ha detto...

cercherò di sognarlo!

Andrea ha detto...

Great!