mercoledì 3 marzo 2010

Il Grumo - Compressione, Decompressione

In un periodo di profondo sconforto, trovare una persona che  da  invece di chiedere è come riemergere da una apnea con i polmoni completamente vuoti e trovare aria.

Mi è capitato ultimamente (tre volte) di avere un fortissimo impulso di lanciarmi a folle velocità con la macchina contro un palo che vedo tutte le sere quando torno a casa. E' li sul rettilinio di v., tra i campi, prima delle ville sul lato dx.
Sento che questo romperebbe il grumo che sento nel petto. Come se quell'urto fosse ciò che serve per liberare la compressione dentro di me. Poi subentra quasi subito la razionalità e penso a tutti i problemi e ulteriori responsabilità che ne deriverebbero... è questo che mi scoraggia. E il pensiero di rimanere lesa permanentemente. Per non ferire, tieni tutto dentro e aspetti che passi. Ma non passa.

La terza volta, ho deciso di dare voce, vibrazione, suono al grumo.
Ho iniziato a gridare, e il mio era un grido di rabbia, poi da sola è emersa una frase "Perchè? Perchè tutti che chiedono e nessuno che da?"
Dire a voce è diverso che pensare. Il suono esce e porta fuori qualcosa, la vibrazione entra e va a toccare qualcos'altro.

Forse, sicuramente, ciò che è uscito dalla mia bocca è la visione egocentrica del dolore. Dove la colpa è tutta fuori.
Ma dare voce al grumo è servito. Dopo qualche giorno di prostrazione completa, qualcosa è cambiato.
Ho pensato che se il dare per me è importante, allora devo farlo comunque, a costo di iniziare io dal niente, senza riserve, sempre, con tutti. E aspettare che tra questi tutti qualcuno risponda utilizzando la mia stessa vibrazione, la mia stessa lunghezza d'onda...
Passo sempre per quella strada, ho deciso di guardare oltre il palo. Oltre il palo c'è un segnale di direzione obbligatoria, sempre dritto. Ecco, se proprio devo andare a sbattere contro qualcosa sarà il cartello segnaletico... sempre dritto. Come è la vita, direzione obbligatoria, senza possibilità di tornare indietro.
E allora, visto che è così, bisogna lavorare su ciò che c'è oltre.

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