martedì 19 ottobre 2010

Ossessione, Compulsione, Vecchia Me, Nuova Me


Ci sono persone che hanno un talento naturale nell'adottare le strategie giuste per aiutare gli altri. Dicono una cosa e a me si apre tutto un nuovo percorso di ragionamento e azione.
Il Maestro Fisico con Istinto e Fai, la mia amica Lucia con Vecchia Me Nuova Me.

Con Lucia parlavamo di come a volte il cibo diventa un pensiero che ti domina la mente e condiziona l'agire.
E lei di punto in bianco se ne esce con "...quella era la vecchia te. Ora sei una nuova te, vista dal fuori. Devi adeguare il dentro a quello che si vede fuori." "Cosa si vede fuori?" " Una bella donna, con le forme al posto giusto, che deve perdere solo qualche kilo. Una persona normale."

Ma com'è una persona normale? Una che non pensa ossessivamente una sola cosa alla volta. Perdi in capacità di concentrazione ma guadagni in soglia di attenzione.

A volte la mia concentrazione su una cosa è così totalizzante da dimenticare dove mi trovo e cosa o chi mi circonda. Come il fascio di luce proiettato da una torcia, illumino nella notte un solo obiettivo. A volte può essere veramente fondamentale questa capacità di astrarsi dal resto. Ma poi rischi di perderti chi sta intorno a te. Estraniandosi troppo, diventi una aliena.

Prima, alcuni cibi evocavano dentro di me un'immagine così forte e irresistibile da annullare qualsiasi altro pensiero. Prendendo in mano la volontà e guidandola verso l'acquisizione e l'incameramento del cibo prescelto. Ma tutta questa capacità di concentrazione usata per pensare al cibo non è ossessiva e compulsiva?  Le cose nella vita per cui vale la pena agire così sono veramente poche. E il cibo non credo sia fra queste. Allora il cibo è un simbolo. Un dirottamento. Quando riesci a capire quale era la vera direzione della tua mente prima che dirottasse sul cibo, capisci cosa è importante per te. E cambi.
Ora, penso ai broccoli, l'immagine si forma e poi vola via. Fuggevole come un pensiero inconsistente. Quale è.

Ecco, la Nuova Me è forse meno capace di concentrarsi annullando tutto il resto, ma vive.
Devo imparare quando usare il raggio luminoso della torcia, dritto e puntato sull'obiettivo, un obiettivo veramente valevole, ma poi essere capace di rimanere la maggior parte del tempo con la luce diffusa.
Per non perdersi la vita intorno.

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