martedì 25 ottobre 2011

Womanity - Thierry Mugler

Thierry Mugler, secondo me, rappresenta nel mondo della profumeria mainstream una punta di eccellenza. I suoi profumi sono sempre innovativi sia nella scelta delle composizioni che nelle tecniche di acquisizione delle molecole profumate. E innovativi rispetto alla massa degli altri profumi che invece di rischiare si adeguano all'onda del momento. Così come Angel, Womanity introduce due "ingredienti" mai utilizzati in profumeria. O meglio, sull'aroma di fico ci sono moltissimi e buonissimi profumi e variazioni, ma in Womanity c'è il profumo del frutto aperto, succoso, zuccherino e morbido, che fino ad oggi non era stato possibile ricreare. E il caviale. Il caviale potrebbe sembrare un odore controverso, uova di pesce... ma invece è percettibile come una nota appena appena salata e fresca. Non è mare, non è sale è profumo di nero lucido e vibrante. Vivo.
Completano, in sordina, una apertura di note agrumate amare e verdi e in chiusura note calde e resinose, di legni marini. E' una miscela morbida e femminile, orientale in maniera alternativa, leggero come una carezza ma durevole.
E ha una bottiglia bellissima, come sempre tutti gli "oggetti profumo" di Mugler. Bella da vedere e da toccare, da possedere.


Womanity (Thierry Mugler) - 2010 - Orientale Fruttato Salato (Fabrice Pellegrin)
Limone, Pompelmo Rosa, Latte di fico, Fico, Foglie di Fico, Legno di Fico, Caviale, Labdano, Legno di Cedro

lunedì 24 ottobre 2011

Quando hai troppe macchine, non vai da nessuna parte... - Umidità, Staticità e Chiusura



Lunedì 24 ottobre 2011 - Sogno. O meglio ricordo di aver sognato. Sono nello studio del dottore, so che vivo li da qualche giorno, perché ho avuto problemi con l'auto. Parcheggiate fuori infatti, oltre alla mia automobile che è stata riparata, ho due vetture sostitutive che non so come fare a riportare al meccanico. Dormire sul lettino del dottore è stato scomodo ma misteriosamente mi ha fatto passare il maldischiena, questo è quello che penso mentre sto radunando le mie cose in uno scatolone di cartone e qualche sacchetto. Ho deciso che non dormirò più li. Provo diversi reggiseni, tra cui un costume, e proprio in quel momento entra, dalla porta-finestra, l'assistente del dottore, un giovane biondo occhialuto alto ossuto. Mi comunica che ho ancora due parcelle in arretrato da pagare e mi chiede se sono già d'accordo con il dottore. Io finisco di vestirmi in fretta e comincio a portare fuori le borse e lo scatolone da mettere in macchina. Il parcheggio si sviluppa tutto intorno ad una antica fortezza, circondata da un fossato, alberi altissimi e secolari la nascondono alla vista in un aggrovigliato e lussureggiante verde scuro, il ponte levatoio sollevato. E', al momento, inaccessibile. Le tre macchine sono parcheggiate in punti diversi, quindi devo andare avanti e indietro descrivendo un semicerchio intorno alla fortezza, non vedo dove sto andando, sento solo il rumore dei tacchi sull'asfalto e poi, quando cambia, sul terriccio. Ho caricato la macchina, è la macchina che avevo prima, non quella di adesso. Guardo il cellulare, anche questo è il cellulare precedente al modello che uso in realtà adesso, il display è tutta una costellazione di goccioline d'acqua. Lo studio del dottore è sulla riva di un fiume, il telefono deve aver preso umidità nella notte, la temperatura è infatti scesa bruscamente. Penso a come fare per assorbire l'umidità, perché anche strofinandolo le goccioline rimangono li. Nel sogno che si sta avviando verso la veglia, ricordo di aver visto immagini di telefoni immersi nel riso. Il riso assorbe l'umidità senza corrodere i meccanismi, come farebbe il sale... La Risposta è il Riso. Penso che dovrei chiedere per farmi aiutare a riportare le auto di cortesia dal meccanico, ma sento di non avere ne voglia ne tempo, di dover prendere la mia auto e iniziare ad andare. La Risposta è lasciarle parcheggiate li, e lasciare che ci pensino da soli a recuperarle...