domenica 16 dicembre 2012

Tempo Sospeso e Tempo Manifesto

A volte è facendo una cosa mai fatta prima, semplice o complicata non importa, che si ha quello che in gergo si chiama "epifania" .
Per tanto tempo ho vissuto aspettando, riempiendo i tempi vuoti tra il lavoro e il tornare a casa. Perché il tornare a casa significava spesso la fine della giornata. Anche alle cinque. Ecco che nella spasmodica voglia di vivere il tempo frequentavo corsi, facevo la spesa, a volte mi fermavo semplicemente sulla strada, per pensare o scrivere o ascoltare il silenzio o la musica.
Era pero' comunque e sempre un tempo sospeso.
Cosa vuol dire sospeso? Sospeso è quel tempo che non ha valore intrinseco ma lo acquisisce solo perché è al posto di qualcos'altro che è peggio. Vivere sospesi, in attesa che succeda qualcosa che sblocchi lo stato di sospensione.
Quanto si può andare avanti così? Dipende dalla condizione umana di ciascuno, se si sa ciò che manca o se se ne ha solo una vaga impressione.
Quando si capisce che è un tempo sospeso?
Quando nasce viscerale l'esigenza di avere un luogo in cui tornare per vivere il proprio tempo.
Io ho capito che avevo bisogno di cambiare il tempo sospeso. La sua qualità. Ho preso decisioni sull'onda dell'emotività e dell'istinto, senza sapere esattamente cosa stessi facendo. Il concetto si dipanava insieme all'azione. Anzi era sempre un po' più indietro rispetto ad essa.
E' stato quando stavo usando l'uncinetto per fare delle frange ad un bordo di pizzo che avevo cucito accorpandolo ad un vecchio asciugamano di lino per farne una tenda che ho capito. La tenda era per la finestra del bagno della mia casa. Dopo le elementari non avevo mai più preso in mano l'uncinetto e anche adesso non è che lo uso frequentemente, è li. Forse ha esaurito la sua funzione.
Improvvisamente mi si è chiarito tutto. Ero nella mia casa, tornata dal lavoro ad orario ridotto (una delle condizioni che ha accellerato la decisione di transizione, angosciata di avere ancora più ore di tempo sospeso da riempire in qualche modo) ero nella mia casa e ci ero tornata subito, per finire il lavoretto della tenda. Ero li che entravo con l'uncinetto dentro e fuori dai buchi e improvvisa si è palesata la consapevolezza che quello era esattamente il luogo dove volevo essere, e la cosa che stavo facendo esattamente quello che volevo fare.
Improvvisamente il tempo sospeso è diventato manifesto.
E' solo un cambio di percezione di se nel tempo e nel luogo. Prima sei in un posto per non essere in un altro e poi sei in un posto perché è proprio li che vuoi essere.
La vita è solo essere in un luogo per fare una cosa? No. Non per me almeno.
Cominci a vivere nel tempo manifesto e ti accorgi chi aveva favorito il tempo sospeso. Oltre a noi stessi è ovvio...
C'è sempre intorno a noi chi ha un vantaggio nel nostro perdurare nel tempo sospeso.
Spesso, inconsapevolmente o meno, sono le persone su cui noi abbiamo investito e che abbiamo deputate alla felicità.
Se è vero che ognuno di noi è responsabile della propria felicità, è anche vero che si ha il potere di aumentare la felicità di un altro. Come? Ognuno ha la sua chiave e la sua serratura. Chi possiede la chiave che apre la serratura dell'altro è depositario di un grande dono. Apre delle porte che l'altro pensava chiuse e si può iniziare ad esplorare nuove stanze nella casa-corpo-psiche insieme.
Chi non ha la chiave per la tua serratura ti lascia li, a languire. Per metà inesplorato e irrisolto, con la consapevolezza inconscia che ci sia altro, ma senza averne la certezza. Ti muovi nella casa, appoggiando l'orecchio alle porte chiuse, non sapendo come fare ad aprirle, curioso e visceralmente sicuro che li dietro c'è qualcosa per cui vale il tempo di tornare a casa.
Chi ti mantiene nel tempo sospeso ti lascia in sospeso in tutto, egoisticamente pensando che le poche stanze in cui ti aggiri siano sufficienti, ti lascia solo ad aspettare. Nel tempo sospeso non vivi, senti di non essere tu. La casa improvvisamente è stretta e piccola e assomiglia ad una prigione. Continui a stare fuori, sempre di più, il più tempo possibile fuori di li.
Ma è anche quello un tempo sospeso. Un tempo senza casa, senza stanze da scoprire ed aprire ed esplorare.
Nell'analogia tra casa, corpo e psiche è un tempo al di fuori di se.
Il bisogno di casa, il bisogno di condivisione del tempo è un bisogno umano. E' la forza motrice della crescita personale e di coppia. Se il desiderio di condividere il tempo nella stessa casa è un desiderio di entrambi, questa è una coppia. Non importa quanto sarà grande la casa, ci saranno sempre stanze del corpo e della psiche da aprire ed esplorare. Che si aggiungeranno al corpo di entrambi. Compagni di viaggio nell'esplorazione del vero se'.
Come si riconosce il tempo manifesto?
Il tempo manifesto è quando sei proprio dove vuoi stare e con chi vuoi essere.
Si palesa improvviso e ti pervade tutto. Spalanca ogni porta sensoriale in te e nell'altro e senti che esisti perché sei felice e rendi felice l'altro.
Vivi. E' tutto qui.

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