giovedì 20 agosto 2015

L'uccello del Paradiso - Lettera a una donna sul potere del fascino


Ciao amica mia, che ti disperi e hai preso la decisione di implodere perchè delusa. Ti voglio raccontare una cosa.

Ho sempre pensato che se non puoi amare chi ami, puoi amare chi ti ama. Ma... non riesco più ad aderire a questo precetto.

E in più mi sembra di predicare bene e razzolare male... io con i miei "chi vuole veramente una cosa fa di tutto per ottenerla" e poi, passivamente mi accodo...

Passività, azione, l'amore, il sesso, stereotipo maschile, stereotipo femminile...

Ho letto L'amante di Lady Chatterley questa estate, e nelle descrizioni degli amplessi amorosi e di quello che viveva lei io ho pianto.
Desiderando un uomo che mi sappia prendere, coinvolgendo tutte le mie sfaccettature sensoriali ed emotive. Desiderando l'impossibile forse. Soprattutto perché non riesco ad espormi con chi mi piace.
Chi mi piace? Chi si mostra interessato a me (passività) e mi attrae subito, visceralmente (azione).

La fame di affetto mi ha spinto verso chi si mostrava interessato a me, senza che io prima ne fossi rimasta attratta. 
... rispetto a prima, quando credevo di vedere un'interesse dove non c'era o c'era solo amicizia, è un bel passo avanti sulla strada dall'inettitudine alla consapevolezza del potere della fica.
Si matura e si cambia.

Questi ultimi mesi, sono stati come uno stand-by per me. E guarda caso ha coinciso proprio con la fine dei corsi in piscina. Il mese di luglio, avevo l'open gym, ma ho fatto pochissime lezioni, poi dall'ultima di luglio in poi il nulla.

Ecco, penso che l'inattività forzata ha leso dentro.

Evidentemente, la molta carica che c'è in me, compreso il potere della femminilità, deve  assolutamente trovare il modo di esprimersi.
Altrimenti, compressa e non gestita, crea una sensazione di vuoto che credo erroneamente di riempire con il cibo.

Ma allora sono piena o sono vuota?
Sono piena ma in condizioni di sottovuoto.
La carica, il pieno, il potere è tutto li, ma tenuto sottovuoto rimane intatto e inutilizzato.
E tutt'intorno al pieno, un vuoto assoluto, incolmabile perché fasullo.

Un non-vuoto.

Attività, passività, l'amore, il sesso, stereotipo maschile, stereotipo femminile... tutta fuffa.
Rompiamo il sottovuoto, perché nessuno lo farà per noi. Facciamo prendere ossigeno, aria, esternità al nostro contenuto. Perché "da fuori" non sembra esserci nessuno che abbia il coraggio, la voglia, l'energia di voler vedere cosa c'è dentro.

Nessun Oliver Mellors che capisca, da una lacrima caduta sul polso, il bisogno inconsulto di passività per far scaturire una attività tenuta compressa.

Se il contenuto è ricco, l'etichetta deve essere vistosa. Rompiamo il sottovuoto e confezioniamoci con fiocchi e lustrini. Nella società visiva in cui viviamo, per svegliare l'assuefazione bisogna essere ipervisive e ipervisibili.

Differenziandoci. Perché, la verità è che il nostro dentro è diverso da tutti, ed è nostro dovere morale far coincidere l'immagine esterna con quella interna.

Così, come davanti ad un Uccello del Paradiso, gli occhi abituati a vedere normalmente la stessa merce che c'è in tv (un metro ben triste) verranno distolti ed attratti.

La donna per un uomo è movimento, son et lumières, profumo, tocco, pelle, odore, calore, umidore.

Fai frullare le tue penne e che le tue piume siano vistose, divinamente olezzanti, tintinnanti.

Sii cinetica. E non riusciranno a distogliere gli occhi.

Per scatenare quel mostrarsi interessati a te, e poi scegliere chi tra i tanti.

Ti abbraccio di un abbraccio che oltrepassa il limite del tempo. Che ti scuota e faccia schizzare fuori ed esplodere il tuo sottovuoto. Così da riempire di stelle i tuoi occhi e di tutti quelli presenti.
Compresi i miei.

Risultato immagini per paradise bird famous painting

mercoledì 19 agosto 2015

First - Van Cleef & Arpels

Femminile di quella femminilità ricca, come il N.5 di Chanel o Opium di Yves Saint Laurent o Must de Cartier. 
Maturo ed elegante come solo i profumi molto aldeidati sanno essere.
Che entra in gioco, nel giudicare un profumo come First, non è solo il proprio senso dell'odorato, ma anche l'immaginario collettivo, che fa descrivere questa tipologia di profumi eleganti, e senza tempo, "profumi da pelliccia". Sia per la resa magnifica nel periodo invernale e freddo, sia perché questi sono profumi da signora, ricca, ingioiellata e impellicciata. 
First è uno specchio fedele dei profumi anni '70 '80, persistente, identificabile immediatamente, sfaccettato nel mondo degli aldeidi, nessun richiamo ai profumi della natura, dove i fiori e le resine si uniscono per creare un profumo che prima non c'era, e non per richiamare le nota di cui è composto.
Non imita la rosa, il gelsomino, ne utilizza le qualità per dare un immagine molto precisa di femminilità. 
A differenza di Opium o del n.5, First è portabilissimo anche di giorno, perché ha una freschezza tagliente e leggera che lo fa percepire da vicino e non lascia la scia. Me lo vedo su una donna manager, altra figura cara agli anni '80, con tailleur e orologio da uomo di acciaio, un anello importante, magari con lo stemma di famiglia, piglio deciso, ma femminile nella scelta della camicia di seta e le perle.


First (Van Cleef & Arpels) - 1976 - Floreale Aldeidato  (Jacques Llorente)